Rito Scozzese Antico e Accettato Comunione Italiana
Supremo Consiglio del 33.'. ed Ultimo Grado
Rituale e Istruzioni per il Fratello Cavaliere Eletto Dei IX (9° Grado)
Sinossi
1967
L'avvicinarsi all'apice della piramide comporta una dimensione maggiore della
interpretazione della filosofia massonica, e, di conseguenza, una necessaria
maturazione raggiunta nella progressione dei gradi precedenti.
La improvvisazione e la impreparazione per colui che ha varcato troppo in
fretta i primi gradi simbolici e si è affacciato appena a quelli capitolari,
rendono più difficile la interpretazione di una dottrina che ora è più
complessa, più elevata, per cui è necessaria una revisione di quanto fu
appreso e di quanto è rimasto nella memoria.
Siamo al 5. grado (Maestro Perfetto). Secondo la leggenda ebraica, i Maestri
Perfetti costruirono in luogo solitario e nascosto il mausoleo ove furono poste
le ceneri del Maestro Hiram. È il simbolo del segreto che i Massoni debbono
comunicare agli uomini, soltanto quando essi siano in grado di comprenderlo, e
cioè quando questo possa essere utile ai fini della Massoneria. Alle
dichiarazioni precedenti di Generazione e non creazione, questo grado aggiunge:
Eternità e non limitazione all'Umanità.
Il 6. grado (Segretario intimo) che ha lo scopo deirarmonia generate dell’Umanità,
conduce a questa leggenda.
Secondo la tradizione ebraica, Salomone cedette al re di Tiro venti città
nel paese di Galilea, in pagamento dei cedri del Libano, che quel re aveva
venduti per la costruzione del Tempio. Il re di Tiro, non contento del valore
rappresentato da quei territori, si recò da Salomone per manifestare il proprio
disappunto, ma usò modi così arroganti da indurre uno dei segretari, che
ascoltava dietro la porta della camera reale, ad entrare in soccorso del suo
Signore, rivelando, con tale gesto, la sua colpevole curiosità. Poco mancò che
egli venisse ucciso dal re di Tiro adirato per l'oltraggio fattogli. Salomone,
apprezzando invece lo zelo del suo segretario, non solo lo difese ma voile
premiarlo.
Nella simbologia del 7. grado (Prevosto e Giudice) scaturisce l'insegnainento
che quando una legge sia accettata dal popolo, deve assumere, per esso, tutti
gli aspetti di una seconda natura; che il possesso della scienza, ottenuta dai
Massoni in un reciproco accordo, proveniente da mutua fedeltà e da fraterno
accordo, deve rendere gli iniziati capaci a rendere giustizia a tutti i fratelli.
Secondo la leggenda i 3600 capisquadra degli addetti alla costruzione del Tempio,
iniziati da Salomone ad amministrare la giustizia fondata sui diritti e sui
doveri dell'uomo, ebbero da lui il titolo di Prevosti e Giudici.
La leggenda ebraica ricorda il tentative fatto da Salomone per fondare una
scuola di Architettura, i cui allievi avrebbero dovuto poi ricoprire le più
alte dignita del regno, e perciò l'appellativo (Intendente degli edifici) del
grado 8. Lo scopo del grado è la fratellanza umana che poggia su postulati
perenni, che la Massoneria pone a base della sua filosofia.
Il grado 9. aveva il compito di eseguire gli ordini e le sentenze del Sovrano
Tribunale, sia nel mondo iniziatico, sia in quello profano; ora il suo
simbolismo mira a sviluppare la virtù dell'obbedienza e del controllo sincere e
iniziatico dei propri atti, concordandoli con l'esecuzione esatta degli ordini
ricevuti, e si riassume in queste due massime:
Sii coraggioso contro le tue debolezze.
Sii coraggioso per difendere la Verità.
Il Fratello che viene iniziato al 9. grado dovrebbe presentare un pezzo di
architettura scritto sui simbolismo dei gradi precedenti e sulla storia della
Massoneria. Ma ciò, purtroppo, non sempre si esegue e i Fratelli, raggiungono
cosi i gradi progressivi senza la necessaria e adeguata conoscenza rituale.
Decorazione del Tempio
Il Tempio rappresenta il Sancta Sanctorum. Ha le pareti nere disseminate di
iacrime d'argento.
La continuità della parete è spezzata da colonne alternativamente bianche e
rosse.
Il Trono del Potentissimo è sovrastato, possibilmente, da un baldacchino di
panno rosso, federate di ermellino. Nel centre del panneggio, un triangolo
equilatero con un occhio aperto.
A destra del baldacchino è dipinto un teschio su due tibie incrociate; a
sinistra un braccio che stringe un pugnale, sormontato dalle tre lettere:
V. A. M. (Vincere Aut Mori).
L'Altare è posto nel centre del Tempio, contornato da otto candelieri
dell'altezza di un uomo e con una sola luce ciascuno. Un altro candeliere, con
candela di cera gialla, è posto fra l'altare e il trono.
L'altare è ricoperto di panno nero cosparso di lacrime bianche. Sopra
l'altare vi sono il Libro della Legge sacra chiuso, due spade incrociate ed un
pugnale.
Davanti al Potentissimo e al Fratello Stolkin vi sono due altari con sopra un
mazzuolo ricoperto da stoffa nera e una spada: sull'altare del Fratello Stolkin
vi è anche un pugnale.
Talvolta, per ovvie ragioni, non è possibile seguire tale decorazione; è
d'uopo attenervisi in quanto sia facile, in quelle parti strettamente necessarie
che imprimano un carattere rituale allo svol'gimento dei lavori e soprattutto
nelle iniziazioni.
Apertura dei Lavori
Pot.mo batte nove colpi ** ** ** ** *, Stolkin ripete i colpi:
fratello Stolkin, siamo noi al coperto?
Stolkin, si accerta: Potentissimo Maestro, siamo al coperto.
Pot.mo.: I Fratelli presenti sono Cavalieri Eletti dei IX? Il
Pot.mo batte un colpo *, e i Fratelli portano il pugno destro alla fronte.
Stolkin: Sono riconosciuti come tali.
Pot.mo.: Fratello Stolkin, siete voi Cavaliere Eletto dei IX?
Stolkin: Una caverna mi accolse, una lampada mi rischiarò, una
fontana mi dissetò.
Pot.mo.: Che cosa avete trovato nella caverna?
Stolkin: Abiram, l'assassino del Maestro Hiram, trovato a dormire,
cercò subito d'impossessarsi di un pugnale.
Pot.mo.: Che cosa rappresenta il Maestro Hiram?
Stolkin: L'intelligenza che scruta la verità e la libertà, senza
la quale rintelligenza è impotente.
Pot.mo.: Che cosa rappresenta Abiram?
Stolkin: L'ignoranza, la libertà oppressa, la corruzione ed il
delitto.
Pot.mo.: Quale è il vostro primo dovere?
Stolkin: Di cercare e di uccidere l'assassino del Maestro Hiram.
Pot.mo.: Dove l'avete trovato?
Stolkin: In una delle montagne ad oriente diJapho dove era una
caverna che aveva l'entrata nascosta da sterpi.
Pot.mo.: Che cosa rappresenta la caverna?
Stolkin: La coscienza dell'uomo.
Pot.mo.: Che cosa significano gli sterpi?
Stolkin: L'ignoranza ed i pregiudizi che impediscono alla luce di
penetrare nella coscienza.
Pot.mo.: Chi vi ha condotto?
Stolkin: Uno straniero.
Pot.mo.: Che cosa significa questo straniero?
Stolkin: Il lavoro compiuto davanti a noi e dal quale dobbiamo
trarre profitto.
Pot.mo.: Per quale sentiero siete passato?
Stolkin: Per un sentiero difficile e pericoloso.
Pot.mo.: Quale è questo sentiero?
Stolkin: Quello del lavoro intense.
Pot.mo.: Voi avete ucciso l'assassino?
Stolkin: Si, a ciascuno dei miei copi egli ha gridato NEKAM.
Pot.mo.: Che cosa rappresenta il braccio che stringe il pugnale?
Stolkin: L'esecuzione della sentenza che renderà ogni uomo
libero.
Pot.mo.: L'assassino del Maestro Hiram è morto?
Stolkin: Abiram è caduto sotto i miei colpi, ma rinasce senza
tregua.
Pot.mo.: II Maestro è morto?
Stolkin: Egli è caduto mille volte: ogni giorno sotto i miei
occ'hi si ripete l'orribile delitto, ma i Cavalieri Eletti vigilano ed il
Maestro Hiram è immortale.
Pot.mo.: A quale ora i Cavalieri Eletti iniziano i loro Lavori?
Stolkin: alla prima ora della notte.
Pot.mo.: Perché alla prima ora della notte?
Stolkin: Perché è l'ora in cui si schiude il germe
dell'intelligenza umana: nel medesimo istante ha inizio la lotta contro
l'ignoranza.
Pot.mo.: Qual'è la vostra eta?
Stolkin: Quattro volte due ed uno anni compiuti.
Pot.mo.: Adesso che ora è?
Stolkin: L'ora della partenza dei Cavalieri Eletti, sotto la guida
dello strandero: l'ora del riposo per coloro che attendono la liberazione.
Pot.mo.: Qual'è il passo di un Cavaliere Eletto?
Stolkin: Passi precipitosi con il pugnale in alto.
Pot.mo.: In piedi Fratelli. Fratello Stolkin, datemi la parola di
passo. Stolkin corre
verso il Trono ed impugna il pollice del Pot.mo rispondendo alla parola: BEGOHAL,
delta dal Pot.mo, con la parola: KOL; poi torna al sito posto.
Rispett mi Fratelli, stendete le vostre armi verso di me. I
Cavalieri stendono le spade verso il Trono.
Oratore: Per la causa della civilta contro la barbarie.
Stolkin: Per la causa di tutti coloro che sono nelle tenebre.
Oratore: Per la causa della libertà di pensiero.
Stolkin: Per la causa dell'insegnamento e della lotta eterna
contro rignoranza.
Pot.mo.: Noi ci dedicheremo a tali battaglie ora e sempre.
A me, Fratelli, per il segno:
Pugno alla fronte.
E per la batteria ** ** ** *.
Le Cologne sulle loro basi. Fratelli, sedete.
I Cavalieri siedono.
La parola è al Fratello Segretario per la lettura del tracciato compiuto
nell'ultima tornata.
Iniziazione
Pot.mo.: Fratello Segretario, vogliate leggere i Nulla-osta che ci
autorizzano ad iniziare al 9. grado i Fratelli che vi sono indicati. Il
Segretario esegue. Fratello Maestro delle Cerimonie, vogliate recarvi
da tali Fratelli per comunicare che, in esecuzione di una decisione della nostra
Loggia di Perfezione, ratificata dalla Suprema Autorità del Rito, essi fin
d'ora sono insigniti del 5°, 6°, 7°
e 8° grado, e che le istruzioni relative saranno loro date successivaniente.
Se persistono, conduce teli qui.
M. d. Cer., si reca dai candidati e ritornando con loro alla porta del Tempio
batte in grado di 8. *** *** **. Intendente degli Edifici la cui Parola di passo
è: JUDA, che tradotto vuol dire: Lode al Signore, e la Parola sacra: JAKINAI,
che significa: Stabilira dappertutto.
Esperto: Fratello Stolkin, degli Intendenti degli Edifici battono alla porta
della Loggia di Perfezione dei Cavalieri eletti dei IX.
Stolkin: Potentissimo, degli Intendenti degli Edifici battono alla
porta della Loggia di Perfezione.
Pot.mo.: Informatevi che cosa chiedono.
Esperto: Che cosa chiedono questi Intendenti degli Edifici?
M. d. Cer.: Domandano l'elezione.
Esperto: Fratello Stolkin, essi domandano l'elezione.
Stolkin: Pot.mo, il Maestro delle Cerimonie li ha condotti qui
perché domandano relezione.
Pot.mo.: Che siano condotti davanti a me. Entrano
a passi precipitati. Maestro delle Cerimonie, perché avete condotto
questi Maestri in Israele?
M. d. Cer.: Pot.mo, essi mi hanno sollecitato la loro elezione, ed
i miei Fratelli ne hanno caldeggiata la domanda.
Pot.mo.: Fratelli miei, è di vostro pieno assentimento che siete
stati condotti qui?
Recip: Si.
Pot.mo.: Da lungo tempo voi prendete parte ai lavori del Tempio:
fedeli ai vostri giuramenti ci avete lealmente secondato; avete appreso che le
nostre prime cure ebbero per oggetto di liberare la vostra intelligenza. Ne
siete convinti?
Recip: Si.
Pot.mo.: Fratello Oratore, vogliate esaminare i Candidati. Non
sempre, per varie ragioni, i candidati sono sottoposti a presentare degli
elaborati su quanta hanno appreso nei gradi precedenti; anzi sembra questa
prassi essere seguita molto raramente, quantunque dovrebbe rappresentare la
maturità del neofita che entra in questa Loggia di Perfezione. Se ciò avviene,
il Fratello Oratore informa circa i temi scritti dai candidati, comunicandone il
name, e, se crede far leggere dal candidate il lavoro presentato; altrimenti,
tanto il Fratello Oratore, quanta il Pot.mo Maestro possono rivolgere delle
domande, senza per altro che ciò rappresenti un vero e proprio esame.
Pot.mo.: Qual'è, Fratello Stolkin, il fine che intendiamo
raggiungere?
Stolkin: Continuare l'opera interrotta; ma il Maestro Hiram è
morto.
Pot.mo.: Quale significato hanno queste parole?
Stolkin: Lo spirito dell'uomo era uscito dalla notte: lentamente e
dolorosamente marciava verso la luce. Hanno ucciso lo spirito dell'uomo.
Pot.mo.: Lo sentite? Il Maestro Hiram era l'intelligenza. Col suo
lavoro indefesso le colonne del Tempio si innalzavano ogni giorno più numerose.
Degli sciagurati sono riusciti ad interrompere tale lavoro. Questo delitto è il
peggiore che sia stato comipiuto sulla terra. Fratello Stolkin, qual'è il fine
al quale miriamo?
Stolkin: Ritrovare la luce; ma il Maestro Hiram è morto.
Pot.mo.: Quale significato hanno queste parole?
Stolkin: I lavori del Tempio sono abbandonati.
Pot.mo.: Perché?
Stolkin: Perché gli assassini del Maestro Hiram sono ancora
viventi.
Pot.mo.: Perché occorre che gli operai del Tempio siano uomini
intrepidi e risoluti?
Stolkin: Perché è necessario che gli assassini di Hiram
periscano.
Pot.mo.: Fratelli miei, voi lo sapete: l'uomo è sempre schiavo.
Che egli sia vittima di un tiranno o che sia egli stesso un tiranno è schiavo
del delitto. Voi ne soiffrite fin dal primo manifestarsi della vostra ragione ed
è per questo che siete venuti tra noi. Ne siete pentiti?
Recip: No.
Pot.mo.: Da quando siete con noi avete continuato a lamentarvi sui
lavori abbandonati. L'umanità è misera: essa è soffocata dairignoranza, corrotta dal vizio, oppressa dal
delitto. Sarà necessario soffrire eternamente? Voi siete cresciuti in dignità. Vi abbiamo osservato
attentamente. Avete fiducia dei vostri Fratelli; possiamo contare su di voi?
Recip: Si.
Pot.mo.: Fratello Stolkin, vi fate garante del coraggio di questi
Liberi Muratori?
Stolkin: I miei Fratelli ne hanno fiducia.
Pot.mo.: Vi è stato detto se fino ad ora hanno realmente
adempiuto a tutti i loro doveri?
Stolkin: I miei Fratelli me lo hanno assicurato.
Pot.mo.: Garantite che essi non abbiano partecipato al delitto che
procurò la morte al Maestro Hiram?
Stolkin: Non sono stati sospettati.
Pot.mo.: Garantite della loro coscienza?
Nessuno risponde.
Qualcuno di costoro non sarà egli fra gli assassini del Maestro Hiram?
Nessuno risponde.
Rispondete dunque.
Nessuno risponde.
Rispondetemi alzandosi.
Stolkin: Maestro, io non posso penetrare nella coscienza di
costoro.
Pot.mo., si siede: Avete ragione..., ma vi sono del segni dai
quali voi potete riconoscere gli uccisori. Impadronitevi di loro..., illuminate
il loro viso e rispondetemi. Stolkin si pone di fronte
ai recipiendari e con la fiaccola illumina il volto di ciascuno. Vedete
sui loro tratti i segni
dell’ignoranza? Portano essi il marchio della debolezza che genera il
pregiudizio ed il fanatismo, che faranno loro trascorrere la vita in un lavoro
servile, che li faranno divenire strumenti inerti nelle mani dei tiranni?
Stolkin: No, Maestro, essi non portano tali segni.
Pot.mo.: Hanno essi le stigmate del vizio e delle vili passioni?
Dubitate che essi abbiano cuore timoroso capace di infangare e di tradire i
Fratelli?
Stolkin: Maestro, non hanno di tali segni.
Pot.mo.: Hanno essi il volto del tiranno, schiavo egli stesso
delle passioni volgari, del denaro, delle vanità, capace di immolare la propria
intelligenza alla fortuna e la propria coscienza all’ambizione? Portano essi i
tratti della crudelta?
Stolkin: Maestro, non hanno di tali segni.
Pot.mo.: Se questi uomini non sono né ignoranti, né viziosi, né
tiranni, fra essi non vi può essere l'assassino del Maestro Hiram.
Stolkin, tornando al suo posto: Potentissimo, mi rendo garante di
questi Fratelli; sono onesti Massoni che non sono ma! stati degradati né
dall'ignoranza, né dal vizio, né dalla tirannide.
Pot.mo.: Bene, Fratelli; avete in noi la fiducia che abbiamo in
voi?
Recip: Si.
Pot.mo.: Ora apprenderete il seguito della leggenda di Hiram della
quale avete conosciuto soltanto rinizio. Fratello Oratore, volete spiegarla ai
Fratelli?
Oratore: Quando Salomone apprese che il Maestro Hiram non
compariva più tra gli operai, fece cessare i lavori e giurò di non pagare più
alcun salario finché il Maestro non fosse stato ritrovato vivo o morto.
Tutti i Fratelli si posero alla sua ricerca. Fu Stolkin che lo ritrovò
ucciso e sotterrato ai piedi di un'acacia.
La scoperta valse a Stolkin la più intima confidenza del re. Salomone voile
renders al suo Intendente grandi onori e voile ehe la morte del Maestro fosse
seguita da giusta vendetta. A tale scopo fece pubblicare un editto col quale
ordinava la ricerca degli assassin!, promettendo grandi ricompense a chi li
avrebbe condotti al suo cospetto.
Qualche tempo dopo il re si trovava nel suo palazzo intrattenendosi con più
di novanta Maestri, quando il Capitano delle guardie gli annunciò che uno
sconosciuto domandava di potergli rivelare un segreto della più alta importanza.
I Fratelli furono allarmati della facilità con la quale Salomone lasciava
avvicinare lo sconosciuto; ma Salomone stesso, dopo un breve colloquio, venne ad
assicurare i Fratelli, comunicando loro che lo sconosciuto conosceva il
nascondiglio dell'assassino del Maestro dei Maestri e che si offriva di condur
colà quanti avessero desiderato accompagnarlo. Tutti quei Fratelli si offrirono
con uguale entusiasmo. Il re ne fu tanto soddisfatto da dichiarare che la sorte
avrebbe deciso circa coloro che sarebbero andati ad impadronirsi dell'odioso
assassino, ai quali sarebbe toccato l'onore di riprendere i lavori del Tempio.
Egli stesso dispose dhe gli accompagnatori fossero nove, e fecc mettere i
nomi dei Fratelli presenti in un'urna. I nove Maestri, dei quali furono estratti
i nomi, vennero designati per compiere l'alta missione. Il
Maestro delle Cerimonie si pone dietro i candidati per
suggerire le risposte.
Pot.mo.: Fratelli, voi siete del numero degli Eletti. Sentite voi
il coraggio necessario per rispondere alla grazia della vostra elezione?
Recip: Siamo pronti a versare il nostro sangue per il bene di
tutti.
Pot.mo.: Sapete chi era il Maestro Hiram?
Recip: L'intelligenza dell'uomo e la libertà uccisa
dall'ignoranza, dalla superstizione e dal dispotismo.
Pot.mo.: Sapete che l'ignoranza è la folia cieca, fanatica,
selvaggia nella sua collera?
Recip: Lo sappiamo.
Pot.mo.: Sapete che i tiranni della libertà hanno le folle per
essi, e che hanno al loro servizio la forza, le prigioni e la forca?
Recip: Lo sappiamo.
Pot.mo.: Affrontereste la collera delle folle, lo sdegno dei
potenti, le persecuzioni del potere?
Siete pronti a compromettere le vostre fortune e a vedere il vostro onore
calunniato?
Recip: Siamo pronti.
Pot.mo.: Andate dunque. Sappiate comprendere ed agire. Che la
legge eterna dei mondi penetri nel vostro intelletto e nella vostra coscienza.
Andate dove il dovere vi chiama. Che la legge sia compiuta. Maestro del'le
Cerimonie, voi siete lo straniero che venne ad avvertire Salomone. Conducete gli
Eletti secondo la vostra promessa.
M. d. Cer., esce con i candidati, e — ove non sia possibile costruire una
caverna con una lampada che illumina debolmente una sorgente d'acqua, presso la
quale dovrebbe stare una figura umana addormentata — spiega ciò che essi
avrebbero dovuto fare, secondo gli antichi riti iniziatici; e cioè: colpire con
un pugnale la figura e ritrarre il pugnale insanguinato, e quindi entrare
correndo nel Tempio brandendo il pugnale, dopo che il Potentissimo Maestro ha
avvertito il fratello cerimoniere di entrare.
Pot.mo.: Fratelli miei, noi sapremo ben presto che cosa vale
questo Fratello. Lo hanno condotto di fronte a colui che ha ucciso lo spirito
dell'uomo, che soffoca la sua intelligenzia; che ostacola il suo lavoro.
È il tiranno che opprime lo Stato, è il fanatico che opprime la coscienza.
Le nostre tradizioni esigono che io inviti ciascuno di voi a riflettere sulla
terribile questione che la Massoneria pone in questo momento all'Iniziato.
Noi non sappiamo ne da dove veniamo, né ciò che siamo, né ciò che la
morte farà di noi.
Nulla comincia, nulla finisce, tutto si trasmuta incessantemente.
Che cosa è l'uomo? Un punto nel grembo della donna. Dall'osservazione appare
già un corpo organico in cui le parti sono innumerevoli. Il punto ingigantisce...
nasce... pensa... poi cade...: il pensiero sparisce... i corpi si mutano in
quelle stesse materie che lo avevano formato.
La vita dell'Uomo è una scintilla che per un minuto esce dalla notte
infinita. Una voce interna lo ammonisce: Affrettati a
vedere e a sapere.
Lo spazio infinito è aperto dinnanzi a lui. Ma un ostacolo gli impedisce di
vedere; che cosa si deve fare di tale ostacolo?
Se tarda, l'istante della vita è passato, e rientra nella notte senza aver
veduta la verità: l'assassino di Hiram è davanti a lui: ha egli il diri'tto di
ucciderlo?
Che ciascuno si domandi: Sono io questo punto uscito dalla notte eterna? Vi
ritornero in un istante? L'assassino di Hiram che mi è di ostacolo, devo
ucciderlo?
Se qualcuno dice: Che m'importa che l'assassino di Hiram sia vivo: io sono
come ogni altra materia: non conosco che la carne e i piaceri. Mi è
indifferente di conoscere la verità o credere alla menzogha, egli non è un
Libero Muratore.
La Massoneria è lavoro di liberazione.
Fratello Copritore, avvertite il Maestro delle Cerimonie che può presentarsi
accompagnato dall’iniziando.
M. d. Cer., dall'esterno batte alla porta: ** ** ** *.
Stolkin: Un Eletto batte alla porta del Tempio.
Pot.mo.: Assicuratevi della causa di tale turbamento.
Stolkin: Pot.mo, gli Eletti dei Nove hanno fatto il loro dovere e
ritornano a vol.
Pot.mo.: Che vengano. Il Fratello
Cerimoniere, seguito dagli altri entro net Tempio; uno di questi, quando sono
diversi, che rappresenta Ihaoben lo segue prima degli altri.
Recip., entrando col pugnale alzato, corre fino al trono del Pot.mo dicendo:
Ho ucciso l'assassino del Maestro Hiram Il Maestro
delle Cerimonie e l'Esperto lo fermano, immobilizzandolo.
Stolkin: Che cosa hai fatto?
Recip: L'uccisore di Hiram è spirato sotto i miei colpi.
Pot.mo.: Miserabile! Tu pure ti sei fatto assassino. Chi ti ha
investito del diritto di candannare e di uccidere? Fratelli, quest'uomo ha osato
credere che il delitto possa servire alla verità. Alla giustizia ha sostituito
la sua passione. Egli ha fatto opera di fanatismo cieco, di orgoglio stupido.
Tutti levandosi gridano: NEKAM... poi siedono.
Stolkin, prendendo il candidate dietro le spalle, dice: In
ginocchio! Leva il pugnale per colpirlo e guarda il Pot.mo. Il candidato esegue il segno di estremo pericolo, ambo le
mani intrecciate sul capo.
Pot.mo.: Insensato! Ora anche voi vi volete coprire di sangue? Non pensate
che uccidendo quest'uomo, altri faranno ciò che voi fate? L'Umanità resterà
eternamente su questa sanguinosa bilancia della rappresaglia. Dei tiranni
succederanno ai tiranni. È cosi che volete giungere alla liberazione? Alzatevi.
Il candidate si alza.
Fratello Oratore, proseguite la narrazione della leggenda.
Oratore: Non appena i nomi dei nove Cavalieri Eletti designati
dalla sorte vennero pronunciati la più grande gioia si diffuse sui loro volti.
Salomone ordino di seguire lo sconosciuto e di portarsi alla caverna che serviva
da nascondiglio all'omicida Abiram. I nove Cavalieri Eletti si misero in marcia
e camminarono per qualche tempo tutti insieme, ma poi uno di essi, chiamato
Jhaoben, più ardito degli altri, trovò la loro marcia troppo lenta e non
avendo più per guida che la volontà di vendicare il Maestro dei Maestri,
lasciò indietro gli otto compagni ed arrivò alla caverna dove si nascondeva
l'assassino.
Alla luce di una lucerna egli scorge il disgraziato che, sdraiato sulla
schiena, sta dorniendo. Ai suoi piedi vede brillare un pugnale di cui si
impossessa e, dimentico degli ordini ricevuti, colpisce con lo stesso pugnale
rassassino alla testa. Questi si leva impaurito ma il colpo ricevuto e la vista
dell'intrepido Jhaoben lo fanno traballare: cade e nella rabbia spira gridando:
NEKAM NEKAM!
Jhaoben, preso da collera, taglia la testa all'assassino e la pone a terra
insieme al pugnale. Quindi, vedendo una sorgente d'acqua che sgorgava nella
caverna, ci si disseta, ed essendosi posto a sedere per riposarsi, si addormenta.
Gli altri otto Eletti insieme allo sconosciuto giunsero alla caverna, più
desiderosi di obbedire al re che di vendicarsi, ma quale non fu la loro sorpresa
nel vedere Jhaoben addormentato con ai suoi piedi la testa di Abiram e un
pugnale insanguinato: anch'essi gridarono: NEKAM NEKAM. A tali grida Jhaoben si
svegliò di soprassalto gridando egli pure: NEKAM NEKAM!
I Compagni allora si rivolsero ad Jhaoben e gli dis'sero: Che hai fatto? Che
cosa dirà il re? Jhaoben riconobbe il suo errore e pose tutta la sua speranza
nelle mani del re. Prese con una mano la testa di Abiram e con l'altra il
pugnale insanguinato ed insieme ai Compagni si avvio verso la reggia di Salomone.
Il re, scorgendo il gruppo che giungeva di lontano sul fare della sera, gioì
pensando al piacere di aver vivo l'assassino del suo Architetto, e rifletteva
già in qual modo dovesse essere fatta giustizia.
Salomone appena vide entrare Jhaoben con la testa dell'assassino fu in un
primo istante preso da profonda indignazione, ma poi, cedendo alla sua innata
generosità, perdonò.
Pot.mo.: Fratelli, in piedi e all'Ordine. Iniziandi, avvicinatevi
all'Oriente. Fratello Oratore, vogliate dar lettura del giuramento.
Oratore: Io N.N., giuro sulla fede di un uomo d'onore ed onesto e di Libero
Muratore, alla presenza del Grande Architetto dell'Universo, dinnanzi alia più
alta Potenza del mondo e a questa augusta Assemblea, di giammai rivelare ad
alcun profano né ad alcun Libero Muratore di grado inferiore i segreti della
dignità conferitami di Cavaliere Eletto dei IX;
giuro che manterrò fedelmente gli obblighi e che sacrificherò ai mani del
Maestro ogni spergiuro;
giuro di difendere il Rito Scozzese Antico e Accettato, i suoi Capi ed i
singoli suoi componenti, miei Fratelli, con tutti i mezzi di cui ora e in
avvenire io possa disporre;
giuro di obbedire, senza alcuna esitazione o dissenso, agli ordini che mi
verranno trasmessi dal Sovrano Tribunale del 31° grado e dal Supremo Consiglio
del Rito;
consento, se avessi la disgrazia di venir meno al mio giuramento, di essere
io stesso immolato: che i miei occhi vengano privati della luce a mezzo di un
ferro rovente, che il mio corpo sia abbandonato agli avvoltoi, che la mia
memoria sia esecrata dai Figli della Vedova.
Pot.mo.: Le Colonne sulle loro basi.
Gli Eletti eseguono.
Fratelli, questo giuramento risente dell'epoca in cui fu redatto. Prima di
chiedervi se voi consentite a prestarlo, debbo dirvi con precisione il senso che
noi gli attribuiamo. La Massoneria, voi lo sapete, è nata in tempi antichissimi:
nascosta nei templi storici, ma sempre vitale ed attiva.
I Massoni di ogni età si sono dedicati, piuttosto che a scoprirne le origini,
a servirla nel miglior modo: qui e il segreto della sua potenza.
Il suo fine è rimasto immutato: scoprire la verità.
Il suo strumento è sempre lo stesso: 'l'intelligenza.
Ad ogni epoca essa ha trovato il Maestro Hiram ucciso ed i suoi lavori
ostacolati. Sempre essa ha lottato con le armi che la giustizia ed il genio
dell'uomo le hanno via via fornito.
Voi avete ricevuto le sue prime lezioni; sareste molto infelici se esse non
vi avessero fatto uomini amanti del bene ed accessi'bili alla ragione.
Ora entrerete nella fase combattiva. La Massoneria vi inizierà
successivamente ai suoi piani. Da oggi essa vi impone l'obbligo di lottare per
essa, cioè per l'umanità. Le vostre obbligazioni non si riferiranno più a
vaghi obblighi d'onore e di probità: esse vanno precisandosi.
Noi non vi domanderemo mai ciò che il vostro Io condanna; non vi domanderemo
neppure di rinunciare al vostro libero arbitrio, ma vi domanderemo di sostituire
al vostro capriccio la nostra opera meditata e risoluta. Voi direte su ogni cosa
la vostra opinione, ma guardatevi dall'opporre l'inerzia alle nostre decisioni.
Quando il vostro pensiero, d'accordo con i vostri giuramenti, vi comanderà
di agire, dovrete agire. Se non avete fede nella nostra opera, uscite di qui
liberamente. Noi non vi abbiamo chiamato, siete voi che avete chiesto di venire
fra noi. Se il vostro cuore è vile, partite; non abbiamo bisogno di numero: ci
occorrono uomini di salda tempra.
I nostri nemici non dispongono più di prigioni e di carnefici, ma
dispo'ngono ancora della corruzione. Essi speculano sui nostri interessi
materiali e sulle nostre vanità: sopravvivono ancora proprio per la nostra
codardia.
L'opera dei Massoni è ancora più difficile che in passato. Non consiste
tanto nel conservare il segreto sui punti per cui il segreto è necessario,
quanto neiraffermare altamente, innanzi al mondo, i principi della Massoneria.
Non consiste più nello sfidare i potenti del mondo profano. Il potere ci
appartiene tanto quanto ai nostri nemici. Consiste piuttosto nel ricordarci,
essendo al potere, delle promesse per le quali esso ci venne affidato.
Infine il vostro giuramento di eletto ci conferma che noi potremo inviarvi
fuori dei nostri Templi e che potremo contare su di voi.
Siete voi disposti a prestare il giuramento?
I candidati rispondono: Lo giuro.
Se qualcuno di voi diverrà spergiuro, il suo corpo non sarà dato in pasto
agli avvoltoi. Ma, siatene avvertiti: se qualcuno di voi ci ingannerà per
povertà d'intelletto, noi lo scacceiremo tra i profani donde non avrebbe dovuto
mai uscire; se ci ingannerà per vilta, noi lo scacceremo come un miserabile.
Fratelli, in piedi e all'Ordine si esegue.
Ad Universi Terrarum Orbis Summi Architecti Gloriam
Sotto gli auspici del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del Rito
Scozzese Antico e Accettato per l'ltalia, in virtù dei poteri a me conferiti,
vi investo del grado di Cavaliere Eletto dei IX.
Fratello Stolkin, rendete noti ai nuovi Eletti gli obblighi che noi prendiamo
verso di loro.
Stolkin: Noi promettiamo al Fratello testè elevato al grado di
Cavaliere Eletto del IX di non abbandonarlo nelle imprese che compirà secondo
lo spirito muratorio.
Noi non gli dobbiamo nulla nel suo interesse personale, ma gli dobbiamo il
soccorso delle nostre braccia, della nostra influenza, del nostro lavoro e del
nostro denaro, quando egli agisca per un interesse iniziatico.
Qualora il Fratello venisse investito di una funzione pubblica, noi ci
impegniamo a sostenerlo se egli marcerà diritto, ad avvertirlo allorche
sbagliasse.
Qualora il Fratello avesse a soffrire nel mondo profano a causa della sua
fede muratoria, noi porremo a sua disposizione tutte le nostre forze per
difenderlo.
Pot.mo.: Fratelli, che ognuno di voi, stendendo la propria arma
verso l'Altare, dica con me: Lo giuro.
Tutti stendono la spada e dicono: Lo giuro.
Il Pot.mo scende dal Trono.
Come segno della nostra alleanza, voi porterete questa fascia usata dai
Cavalieri Eletti dei IX fino dall’antichità.
Il Pot.mo mette la fascia a ciascuno dei candidati, pot ritorna sul Trono.
Fratelli, applaudiamo al ricevimento di questi Cavalieri Eletti, con la
batteria ** ** ** ** *.
Le Colonne sulle loro basi. Gli Eletti seggono. Cavalieri
Eletti, desiderate parlare? Il Pot.mo lascia la parola
ai candidati che desiderino ringraziare.
Applaudiamo, Fratelli miei, a tali parole, neofiti, vogliate prender posto
tra le Colonne. Fratello Oratore, favorite dare un poco d'istruzione ai nuovi
Cavalieri.
Istruzioni
BATTERIA — (2 + 2 + 2 + 2 + 1) ** ** ** *.
ETÀ — 9 anni (8 + 1).
ORDINE — I Cavalieri Eletti dei IX non hanno speciale ordine; quando stanno
all'ordine, o parlano, restano in piedi con le braccia lungo i fianchi.
SEGNO — La mano destra sulla fronte, come se impugnasse un pugnale.
PAROLA DI PASSO: BEGOHAL - KOL.
Frase ebraica che vuol dire: « Nella abominazione di tutti », o, meglio nel
disprezzo di tutti. Il
PORCIATTI (« Simbologia massonica - Gradi Scozzesi », pag. 261, nota 33)
dà una sua interpretazione in « redento da tutto ». Non sembra esatto quanto
egli scrive, perché né Joabert, che uccide Moabon nascosto, né gli altri
possono essere ritenuti liberati, il che è in contrasto palese con lo stesso
rituale, tantopiù, sia gli uccisori del Maestro Hiram, quanto l'omicidio di
Joabert, sono da considerarsi abominevoli da tutti. « Egli ha commesso tutte
queste abominazioni, e sarà certamente messo a morte » (BIBBIA, Ezechiele, 18,
13).
PAROLA SACRA: BIKKORET - NEKAM.
Ambedue parole ebraiche: la prima si traduce: « Ciò che dà frutto ». Ma
non è il solo frutto materiale che dà sostanza alla vita, ma la luce che sta
sopra noi: « ma la sapienza che è da alto; prima pura; poi pacifica, mite
arrendevole, plena di misericordia e di buoni frutti... Or il frutto della
giustizia si semina nella pace per quell! che si adoperano alla pace » (BIBBIA,
« Atti degli Apostoli », Giacomo, 3, 17-18). La seconda vuol dire « Vendetta
», e il vero significato va inteso nell'adempimento delle sanzioni emesse dal
Tribunale del Grand! Inquisitori (31.), prerogative specifiche dei Cavalier!
Eletti dei IX. Anche qui il PORCIATTI nel suo libra citato si attarda in una
interpretazione alquanto fantasiosa, volendo interpretare le due parole in «
virgulto promettente » in una purezza innocente.
La Bibbia sta chiusa.
Catechismo
D. - Siete voi Cavaliere Eletto dei IX?
R. - La sorte ha deciso; la caverna m'è nota.
D. - Che cosa vedeste nella caverna?
R. - Una lampada, un pugnale, una sorgente e un traditore.
D. - A che cosa serve la lampada?
R. - A fugare le tenebre.
D. - E il pugnale?
R. - A vendicare rinnocente.
D. - A che cosa serve la fontana?
R. - A spengere la sete.
D. - Che significato ha il traditore?
R. - A servire d'esempio con il suo terribile castigo.
D. - Perché siete Eletto?
R. - Per vendicare la morte deH'innocente e punire i suoi
assassini.
Chiusura dei Lavori
Pot.mo.: Fratello Stolkin, vogliate domandare ai Cavalieri Eletti
se qualcuno di essi ha proposte da avanzare.
Stolkin: Miei Fratelli, se qualcuno di voi desidera prendere la
parola, voglia comunicarmelo In
caso di silenzio, o dopo che gli Eletti abbiano parlato: Pot.mo,
gli Eletti sono pronti a raggiungere gli operai nel Tempio.
Pot.mo.: Che dimostrino prima la loro solidarietà verso gli
infelici. Fate circolare il Tronco della
Vedova e quello delle opere muratorie. Dopo
circolato il sacco: ** ** ** *.
Stolkin: ** ** ** *.
Pot.mo.: In piedi, Fratello Stolkin, datemi il segno.
Stolkin alza il pugnale sulla jronte.
Pot.mo.: La parola di passo porge la
destra a pugno e col pollice alzato, dicendo a Stolkin): BEGOHAL.
Stolkin, corre presso il Trono, afferra il pollice del Pot.mo rispondendo:
KOL e ritornando al suo posto.
Pot.mo.: A me, Fratelli, stendete le vostre armi verso di me.
Oratore — Per la causa della civiltà contro la barbaric.
Stolkin: Per la causa di quanti sono nelle tenebre.
Oratore: Per la causa della libertà di pensiero.
Stolkin: Per la causa dell'insegnamento e della lotta eterna contro
l'ignoranza.
Pot.mo.: Noi ci dedicheremo a questa battaglia ora e sempre. A me per il
segno e per la batteria si esegue.
La Loggia di Perfezione dei Cavalieri Eletti è chiusa. Andate, ricordando la
legge del silenzio.